Scopriamo tutto sullo sbiancamento dei denti devitalizzati, quando farlo, quale tecnica viene utilizzata e se ci sono precauzioni da prendere. Devitalizzare un dente significa rimuovere la polpa dentaria, il tessuto più interno che racchiude il nervo, i vasi sanguigni e gli odontoblasti, ovvero le cellule capaci di produrre la dentina.
Si tratta di un intervento che va ad eliminare la sensazione dolorosa e la sintomatologia termica, eseguito allo scopo di poter mantenere in arcata gli elementi dentari gravemente compromessi da carie di grandi dimensioni o da ascessi. Spesso, dopo la devitalizzazione, i denti assumono una colorazione scura, per le seguenti motivazioni:
- Sanguinamento della polpa all’interno del dente, dunque residui di tracce ematiche rimasti nei canali;
- Permanenza di minimi residui di nervo che si decompongono, andando a colorare il dente;
- Uso di cementi canalari inadeguati, o di particolari materiali da otturazione.
Trattasi nella maggior parte dei casi di devitalizzazioni mal eseguite, per cui si rende necessario il ritrattamento, cioè una nuova devitalizzazione, in grado di riportare il dente in salute e di rimuovere il tessuto necrotico responsabile della colorazione.
In seguito al ritrattamento, il tessuto dentale scurito purtroppo non ha la capacità di tornare candido naturalmente. Per fortuna, per mezzo delle moderne tecniche di sbiancamento del dente devitalizzato è quasi sempre possibile riportarlo al suo colore originale.
La tecnica per sbiancare i denti non vitali
Vediamo adesso in cosa consiste la tecnica di sbiancamento dei denti devitalizzati e come avviene il trattamento. Dopo aver eseguito un ritrattamento dei canali, se dobbiamo procedere a schiarire chimicamente l’elemento dentale interessato, lasciamo uno spazio vuoto in cui poter inserire un “fondino” di cemento. Si tratta di una sorta di barriera, con la funzione di impedire alla sostanza sbiancante di entrare in contatto con i materiali utilizzati per la chiusura canalare.
In caso contrario, se la devitalizzazione è stata terminata precedentemente, dobbiamo creare un’apposita “via di accesso”, all’imbocco dei canali, dove poter applicare il nostro fondo di cemento. Il vero e proprio trattamento sbiancante avviene nel modo seguente:
- Il dente viene isolato dagli altri per mezzo della classica diga in gomma, oppure della cosiddetta diga liquida, che va a isolare alla perfezione tutti i tessuti gengivali circostanti;
- All’interno della cavità viene applicata una pasta sbiancante a base di perossido che, liberando ossigeno, riesce a sciogliere i pigmenti e a schiarire il tessuto dentale;
- Il dente viene chiuso con del cemento provvisorio e la sostanza a base di perossido viene lasciata al suo interno, per un periodo minimo di 7 giorni;
- Dopo una settimana, la cavità viene nuovamente aperta e la pasta sbiancante viene sostituita. Questo procedimento deve essere ripetuto per più volte, solitamente occorrono dalle due alle cinque sedute;
- Non appena lo smalto sarà schiarito fino alla tonalità desiderata, il cemento provvisorio deve essere sostituito con del materiale da otturazione definitivo.
In genere, si tende a ripetere il procedimento fino a quando il dente non diventa addirittura più bianco di quelli vicini. Questo accade perché, con il tempo, l’elemento non vitale tende leggermente a scurire di nuovo. Iper correggendo la colorazione, è possibile prevenire la recidiva e permettere all’elemento sbiancato di assumere il corretto colore definitivo.
In genere, si tende a ripetere il procedimento fino a quando il dente non diventa addirittura più bianco dei denti vicini. Questo accade perché, con il tempo, l’elemento non vitale tende leggermente a scurire di nuovo. Iper correggendo la colorazione, è possibile prevenire la recidiva e permettere all’elemento sbiancato di assumere il corretto colore definitivo.
La tecnica di sbiancamento in studio con calore ed acqua ossigenata a 130 volumi è da evitare, per il forte rischio di riassorbimento esterno di radice, con conseguente perdita del dente.
Quando fare lo sbiancamento del dente devitalizzato
In quali casi è consigliabile sottoporsi allo sbiancamento dei denti devitalizzati? Vi sono diverse condizioni che possono far nascere l’esigenza di andare a schiarire un elemento non vitale. Senza dubbio, si tratta di un’esigenza totalmente di tipo estetico, che ha però la capacità di andare a migliorare il sorriso in maniera poco invasiva e indolore.
Vediamo quando viene effettuato un trattamento sbiancante su un dente a cui è stato tolto il nervo:
- Prima di effettuare una otturazione dentale in materiale estetico;
- In occasione di un dente anteriore devitalizzato, che ha ormai assunto una tonalità particolarmente scura e antiestetica;
- In previsione di dover effettuare uno sbiancamento dei denti vitali vicini;
- Se il dente scuro si trova vicino a una capsula in materiale ceramico estetico. Il colore altrimenti trasparirebbe dando alla capsula una colorazione grigia;
- Prima di applicare delle faccette in porcellana, sempre allo scopo di non far trasparire il grigio.
Il trattamento, oltre che su elementi ai quali è stato tolto il nervo, può essere eseguito anche su denti necrotici, che hanno perso la vitalità in seguito a traumi e incidenti. Dopo la necrosi, è infatti possibile che lo smalto tenda ad assumere una colorazione grigia, che discosta anche di molto da quella dei denti adiacenti. Prima di procedere, occorre però accertare lo stato di salute del dente ed escludere la presenza di ascessi e infezioni, da curare preventivamente.
Precauzioni del trattamento sbiancante
Come anticipato nel precedente paragrafo, il trattamento sbiancante eseguito su un dente devitalizzato è completamente indolore. Occorre però prestare attenzione a non far andare il perossido a contatto con l’imbocco della chiusura canalare e, a questo scopo, è sufficiente applicare il suddetto fondo di cemento.
La pasta sbiancante va inoltre applicata sotto diga di gomma, una protezione capace di isolare il dente dai tessuti molli vicini. Il contatto con le gengive potrebbe essere dannoso, per cui è da evitare con attenzione.
Il perossido, qualora entrasse in contatto con i delicati tessuti gengivali, potrebbe infatti causare ulcerazioni delle mucose e fastidiosi problemi di sensibilità dentale.
Per maggior sicurezza e per verificare che l’intero trattamento sia andato a buon fine, è infine consigliabile attendere almeno due settimane prima di effettuare l’otturazione definitiva o di cementare una capsula adiacente. L’ossigeno che si libera può infatti impedire l’indurimento delle paste da otturazione (compositi dentali) e dei cementi impiegati.
Se desideri maggiori informazioni sullo sbiancamento dei denti devitalizzati, contatta lo Studio Dentistico del Dottor Michele D’Amelio di Mestre Venezia. Troverai odontoiatri esperti in sbiancamento dentale, in grado di riportare il tuo sorriso alla bellezza e al candore originali senza complicazioni.
Dente colorato Si rileva il colore
Dente sbiancato prima della ricostruzione sotto diga Caso finito