Cos’è la perimplantite? Scopriamo insieme cause e sintomi di questa malattia dentale.
Iniziamo subito dicendo che si tratta di una patologia di tipo batterico, che può colpire i pazienti portatori di protesi fisse su impianti dentali.
In parole povere, la perimplantite è un’infezione a carico di un impianto dentale dove, a venire danneggiata, non è la vite in titanio vera e propria, ma i tessuti ossei che la sostengono e la stabilizzano.
Esattamente come accade per la parodontite, malattia che porta alla distruzione dei tessuti di sostegno dei denti e, in fase avanzata, alla loro caduta, anche gli impianti possono essere attaccati dai dannosi batteri orali. In entrambe le tipologie di infezione, perimplantare o parodontale, il rischio è quello di arrivare alla perdita della radice del dente, che sia essa naturale o artificiale.
Il processo infiammatorio comincia a livello superficiale e interessa inizialmente la gengiva (mucosite perimplantare), per poi estendersi verticalmente più in profondità. Se non trattata tempestivamente, l’infezione batterica raggiunge l’osso che circonda l’impianto causando la sua progressiva distruzione.
Alla vite in titanio, andrà dunque a mancare il corretto supporto e, con l’andare del tempo, inizierà ad avere problemi di stabilità, fino a che non verrà espulsa dall’organismo o, più frequentemente, rimossa chirurgicamente dal medico implantologo.
Cosa può causare la perimplantite
Vediamo nel dettaglio cosa può causare la perimplantite e se possiamo fare qualcosa per prevenire il rigetto di un impianto dentale. Come detto nel precedente paragrafo, i principali responsabili della malattia dentale sono i batteri. Ecco perché, il medico implantologo si deve occupare di effettuare l’intervento in un ambiente totalmente sterile.
L’operazione di implantologia viene fatta adottando particolari accorgimenti, che consentano di lavorare, impedendo a qualsiasi tipo di batterio proveniente dall’esterno di entrare in contatto con la zona da trattare. Anche i materiali utilizzati, giocano un ruolo fondamentale nella durata di un impianto e nel suo corretto processo di osteointegrazione, devono perciò essere scelti in maniera attenta e scrupolosa.
È dunque sufficiente che l’intervento di implantologia sia eseguito a regola d’arte, per impedire eventuali infezioni e la futura perdita dell’impianto? Assolutamente no, gran parte della buona riuscita, nonché della lunga durata di un impianto dentale, dipende dall’igiene orale.
il paziente ha un importantissimo compito, che è quello di saper mantenere una perfetta pulizia dei denti, soprattutto in prossimità delle nuove radici artificiali in titanio. Quest’ultime, essendo a differenza dei denti naturali prive del legamento parodontale (un tessuto fibroso normalmente presente tra radice e osso), sono molto più soggette all’attacco degli agenti batterici esterni.
Oltre a una grande cura dell’igiene domiciliare, raccomandiamo ai pazienti portatori di protesi fisse su impianti, di effettuare regolari sedute di igiene dentale professionale presso lo studio dentistico. In questa occasione, l’operatore ridurrà al minimo l’accumulo batterico nel cavo orale e avrà la possibilità di valutare con cura lo stato degli impianti e delle gengive circostanti.
Riconoscere i sintomi di rigetto di un impianto dentale
Riconoscere precocemente i sintomi di rigetto di un impianto dentale, è fondamentale per impedire la perdita della radice artificiale interessata dall’infezione. I principali segnali di perimplantite, assolutamente da non sottovalutare, sono i seguenti:
- Infiammazione gengivale, spesso associata a sanguinamento;
- Fuoriuscita di pus dal solco che separa la gengiva dall’impianto;
- Dolore alla masticazione e alla pressione;
- Ascessi dentali associati a gonfiore di guancia e gengive;
- Mobilità dell’elemento dentario artificiale.
In presenza di uno o più dei suddetti sintomi, bisogna prenotare immediatamente un appuntamento dal proprio dentista di fiducia, il quale valuterà attentamente la situazione e proverà a curare la patologia. Questa malattia dentale, è piuttosto difficile da trattare e le possibili terapie non sempre rispondono in maniera efficace.
Una volta accertata la presenza di una perimplantite in corso (attraverso radiografie endorali e sondaggio gengivale), si procede andando a disinfettare accuratamente la zona, liberandola dai batteri. Questo viene fatto per mezzo di approfondite sedute di igiene orale professionale, combinate all’applicazione di specifici antibiotici ad uso topico oppure, all’occorrenza, a sedute di laser terapia.
Questi trattamenti, funzionano molto bene in caso di perimplantiti allo stadio iniziale (mucositi perimplantari). Se abbiamo a che fare con un’infezione batterica in fase acuta, sarà abbastanza complicato salvare l’impianto e impedire la sua rimozione.
Ecco perché, ci teniamo fortemente a dare ai nostri pazienti tutte le istruzioni per mantenere le viti in titanio in buona salute, spiegando loro come prendersi cura degli impianti dentali in maniera dettagliata e scrupolosa.
Rimuovere un impianto infetto è un’operazione piuttosto delicata, che deve essere fatta da mani esperte e competenti, attraverso l’utilizzo di uno strumento particolare, in grado di svitare il pilastro senza recare danni all’osso circostante. Una volta effettuata la rimozione con questo sistema, è così possibile inserire nella stessa sede una nuova vite in titanio e dunque un nuovo dente artificiale.
Presenti alcuni sintomi che possano ricondurre a una perimplantite? Contatta i medici del nostro Studio Dentistico D’Amelio di Mestre per prenotare una visita di controllo e venire a verificare lo stato di salute dei tuoi impianti dentali.