Come curare gli impianti dentali e mantenerli in perfetta salute nel tempo? L’implantologia è una tecnica odontoiatrica in continua evoluzione, sempre più utilizzata al fine di sostituire i denti persi e riabilitare il sorriso e la masticazione.
Si tratta di viti in titanio, inserite all’interno dell’osso alveolare, che si integrano saldamente a esso, per mezzo di un processo denominato osteointegrazione. Questo processo, permette ai pilastri (gli impianti con i monconi) di poter supportare gli elementi protesici (capsule o ponti) che verranno successivamente applicati nell’arcata, diventando a tutti gli effetti delle vere e proprie radici artificiali.
Grazie all’utilizzo degli impianti endossei, è possibile installare una o più protesi fisse, che funzionano esattamente come i denti naturali perduti. In caso di arcate edentule, l’applicazione di più pilastri consente di stabilizzare anche un’eventuale dentiera completa, in modo da garantire maggior comfort e sicurezza ai pazienti portatori di protesi mobile.
Generalmente, questo tipo di lavoro ha una durata di molti anni, a patto che vengano rispettati rigorosamente i controlli post-impianto previsti dal dentista e tutte le corrette procedure igieniche orali del caso.
Impianti dentali: come prendersene cura
La prima regola da seguire per prendersi cura degli impianti dentali al meglio, è quella di mantenerli il più lontano possibile dalla placca batterica. La placca, quella patina biancastra che si forma continuamente sulle superfici dentali, è infatti la causa più frequente di infiammazioni e infezioni a carico degli impianti.
È perciò essenziale eliminare qualsiasi problema gengivale o parodontale (piorrea) prima che vengano posizionate le viti in titanio. Nel postoperatorio, bisogna pulire bene tutti i denti, in particolare quelli vicini al sito in cui sono state inserite le viti, per scongiurare il rischio di contaminazione batterica della ferita.
Per fare ciò, serve uno spazzolino dalle setole morbide e un apposito dentifricio antiplacca, da utilizzare insieme a filo interdentale o scovolino, così da pulire bene le superfici interprossimali di ogni elemento dentario.
Inoltre, sarebbe buona norma, nelle due settimane che seguono l’intervento, effettuare sciacqui con dei preparati antimicrobici orali, o con collutori e gel antibatterici contenenti clorexidina.
Una volta superato il periodo di guarigione, è essenziale continuare ad avere molta cura dell’igiene orale, occupandosi di spazzolare bene le nuove corone. In particolare, bisogna assicurarsi di detergere alla perfezione la zona vicino alla gengiva, in prossimità delle radici artificiali, aiutandosi con il filo interdentale specifico (Superfloss).
Il Superfloss è un filo particolarmente adatto per la pulizia di protesi dentali fisse, dotato di una punta rigida che ne favorisce l’inserimento e di una parte spugnosa, che serve a trattenere al meglio residui di cibo e placca batterica.
Per curare gli impianti dentali nel migliore dei modi, si raccomanda di recarsi dal dentista almeno ogni sei mesi, per effettuare una seduta di igiene professionale e controllare che le nuove radici artificiali e tutti i denti circostanti, godano di ottima salute.
Infezione impianto dentale: come si cura
Abbiamo già detto che il tessuto di supporto che circonda l’impianto può ammalarsi proprio come capita nei denti veri, questa infiammazione prende il nome di periimplantite. Questa patologia coinvolge i tessuti parodontali (gengiva, legamento parodontale e osso alveolare) che supportano l’impianto. Ma come si cura un’eventuale infezione?
Come accennato sopra la periimplantite è causata dalla placca batterica ed è caratterizzata da una perdita di osso che circonda l’impianto, si differenzia dalla gengivite in quanto quest’ultima è un’infiammazione localizzata alla gengiva che risulta essere arrossata e sanguinante
La periimplantite si configura quindi come una conseguenza della gengivite; quest’ultima, attorno all’impianto, prende il nome di mucosite periimplantare.
Valutiamo ora tutti i sintomi della periimpalntite. Questa malattia è molto subdola perchè quando dà segni di sè molto spesso l’impianto non è più mantenibile. É caratterizzata da sanguinamento della gengiva, talvolta associato a fuoriuscita di pus dall’approfondimento del solco che naturalmente separa la gengiva dall’impianto: tasca periimplantare.
In casi gravi si può arrivare a provare dolore alla masticazione e possono presentarsi ascessi.
In caso si sospetti una possibile perimplantite, la prima cosa da fare è ovviamente quella di recarsi il più presto possibile dal dentista che ha eseguito il lavoro, il quale provvederà a:
- Valutare la gravità dell’infezione, grazie al sondaggio della tasca periimplantare ed alle radiografie.
- Diminuire la carica batterica presente nei tessuti parodontali circostanti cercando, attraverso sedute di igiene, o scaling.
- Somministrare un’adeguata terapia antibiotica, se presente un ascesso o un accumulo di pus.
- Successivamente, potrebbe essere necessario asportare il tessuto di granulazione (infetto) e rimodellare la superficie ossea. Questo avviene attraverso un intervento chirurgico, durante il quale si procederà alla pulizia delle spire implantari contaminate.
Nel caso in cui l’impianto interessato dall’infezione non sia recuperabile, bisogna procedere alla rimozione e all’eventuale sostituzione con delle nuove viti in titanio. Questo significa sottoporsi nuovamente all’intervento di implantologia, oltre che sostenere ulteriori spese.
Per questo motivo, ci raccomandiamo di dedicare massima attenzione alla prevenzione di infezioni e infiammazioni degli impianti, rispettando il calendario delle visite odontoiatriche e delle pulizie dentali professionali post intervento, oltre a mantenere una perfetta igiene orale domiciliare.
Per saperne di più, chiama lo studio dentistico D’Amelio a Mestre, in provincia di Venezia. Troverai un team di odontoiatri esperti in implantologia dentale, che sapranno consigliarti come curare gli impianti dentali al meglio, per mantenerli in perfetta salute nel tempo.