Oggi parliamo di parodontite: come salvare i denti, se si è affetti da questa malattia dentale? Conosciuta più comunemente come piorrea (o parodontopatia), si tratta di una patologia che colpisce la struttura di sostegno dei denti, compromettendo in maniera più o meno grave la stabilità degli stessi.
Il parodonto, ovvero l’insieme dei tessuti che circondano la dentatura, è composto da quattro elementi: gengiva, legamento parodontale, osso alveolare e cemento radicolare.
Per potere mantenere in buona salute i tessuti parodontali, è necessario seguire costantemente un corretto programma di igiene dentale, sia domiciliare che professionale. Se per qualche ragione quest’ultima viene a mancare, per un periodo di tempo più o meno lungo, i batteri hanno modo di insinuarsi all’interno degli spazi interdentali e soprattutto sotto i margini gengivali, causando infiammazioni e pericolose gengiviti.
Una gengivite non trattata o sottovalutata può dar luogo, con il passare del tempo, all’indebolimento dell’intero parodonto. La flora batterica, se non rimossa in tempo, tende a calcificarsi e inizia ad agire indisturbata sotto il bordo gengivale, generando un’infiammazione cronica che determina uno spazio eccessivo tra il dente e la gengiva (la cosiddetta tasca).
In presenza di una o più tasche parodontali, si rendono difficili le normali manovre di pulizia e soltanto l’igienista o il dentista di fiducia potranno arrivare a ripristinare la salute nella zona interessata.
Ove si evidenzia una tasca, significa che è presente una perdita di tessuto osseo più o meno elevata la quale, nei casi più gravi, può manifestarsi con ascessi parodontali frequenti o con fenomeni di mobilità dentale.
La parodontite è dannosa per l’organismo
Molti studi sono stati fatti a riguardo e le conclusioni sono decisamente allarmanti: le parodontiti sono in grado di influenzare, in maniera significativa, lo stato generale di salute dell’individuo.
La malattia parodontale rappresenta un potenziale fattore di rischio per varie malattie quali il diabete mellito, malattie respiratorie (come le polmoniti batteriche), gastrointestinali (ulcera peptica), malattie cardiache (infarto) e del circolo sanguigno (arteriosclerosi, ictus), disfunzioni erettili, osteoporosi.
I batteri che causano la malattia parodontale, entrando in circolo, dalla bocca possono passare direttamente nel sangue e arrivare colpire vari organi, provocando uno stato di infiammazione generale assolutamente dannoso e rilevabile anche con esami del sangue (proteina C reattiva alterata, aumento dei neutrofili, etc).
Può essere anche la causa di danni in gravidanza e della nascita di bambini prematuri o sottopeso.
Curare la malattia parodontale non preserva solo i denti e la funzione masticatoria, ma protegge l’intero organismo da danni ben più gravi. La malattia parodontale va considerata perciò una malattia sistemica e necessita della massima attenzione da parte dell’odontoiatra di fiducia.
Sintomi e cause della parodontite
Vediamo insieme quali possono essere i principali sintomi e le cause della parodontite. Diagnosticare precocemente la malattia parodontale, è davvero molto importante per poterla curare nel migliore dei modi e salvare i denti, in maniera da rimandare il più possibile o evitare la loro estrazione.
I primi sintomi di una iniziale sofferenza del parodonto, che devono rappresentare un campanello d’allarme, possono essere:
- Alito cattivo, dovuto al metabolismo dei batteri, che si moltiplicano all’interno delle tasche parodontali;
- Arrossamento e sanguinamento gengivale, che si manifesta spontaneamente o durante lo spazzolamento;
- Recessione delle gengive, non riconducibile a traumi o manovre di pulizia troppo aggressive.
Tali sintomi, vengono talvolta erroneamente sottovalutati: è proprio per questo motivo che la sofferenza dei tessuti progredisce e la parodontopatia ha modo di agire indisturbata per lunghi periodi. Spesso, è proprio l’igienista, durante la seduta di pulizia professionale, ad accorgersi del problema e a suggerire al paziente la giusta terapia da adottare.
Nelle fasi più avanzate della malattia, si evidenzia un peggioramento dei sintomi e si può andare incontro a:
- Ascessi parodontali, associati a tasche parodontali e alla formazione di sacche di pus;
- Grossi accumuli di placca e tartaro sotto i margini gengivali, che fanno assumere alla gengiva un colore violaceo o rosso scuro;
- Mobilità dei denti, che può essere di leggera o di notevole entità, segno che la patologia è ormai giunta a uno stadio avanzato.
Come abbiamo detto, una delle prime cause della parodontite, è senz’altro una scarsa o insufficiente igiene orale, ma ci sono anche altri fattori che possono incidere sull’insorgenza e sull’aggravamento della malattia.
Tra questi, la patologia che spicca su tutte le altre è indubbiamente il diabete mellito. Inoltre, nei forti fumatori si verifica un’incidenza maggiore dei casi di piorrea, poiché il tabagismo favorisce la proliferazione di batteri nocivi all’interno del cavo orale. Il fumo di sigaretta va a rallentare la circolazione a livello dei tessuti e ad indebolire la risposta immunitaria del paziente. Anche importanti variazioni ormonali (come quelle che si registrano ad esempio in gravidanza) e l’ereditarietà, sono fattori di rischio da non sottovalutare.
Parodontite: cure e rimedi
Per poter salvare i denti dalla parodontite, serve un’azione tempestiva e mirata di igienisti e medici specializzati in parodontologia, che agiscano in sinergia su più fronti. In primo luogo, si procede a una seduta di igiene dentale, seguita da un’accurata pulizia sottogengivale, destinata a eliminare gli accumuli di placca e tartaro più profondi.
Dopodiché, è fondamentale intraprendere la cosiddetta terapia causale: ossia un trattamento non chirurgico atto ad eliminare le cause della malattia parodontale. Entrando nello specifico, le tasche parodontali vengono trattate con alcune sedute di levigatura radicolare (detta anche scaling o curettage), effettuate impiegando appositi strumenti, le curette, in grado di rimuovere efficacemente gli accumuli di tartaro sottogengivale.
Questa terapia, viene eseguita a settori, dedicando un’ora di tempo a ciascun quadrante della bocca. Il tutto avviene senza far sentire al paziente nessun dolore, grazie all’impiego dell’anestesia locale.
Ove la levigatura delle radici non sia sufficiente, si procede al trattamento delle tasche con interventi di chirurgia parodontale. Questa terapia è volta a eliminare le tasche più profonde e a rimodellare i margini ossei, aggiungendo nuovo osso qualora possibile e se necessario.
Grande cautela bisogna porre verso alcune moderne cure, talvolta descritte come miracolistiche, con particolare riferimento all’uso del Laser il quale, secondo recenti studi, da solo non è in grado di apportare significativi benefici né a breve, né a lungo termine, come documentato dalla Società Italiana di Parodontologia e Implantologia SIdP.
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