In questo articolo parleremo del tartaro: perché si forma, come eliminarlo e in che modo limitarne la formazione. Visivamente, si presenta sotto forma di piccole incrostazioni di materiale calcareo, di un colore che va dal bianco al giallognolo, fino ad arrivare al marroncino.
Costituito per la maggior parte da sali inorganici, il tartaro deriva dal processo di mineralizzazione della placca batterica. Parliamo di quella patina molle e appiccicosa, che si deposita costantemente sui denti e negli spazi interdentali, inizia a formarsi già quattro ore dopo lo spazzolamento ed è responsabile di molte patologie orali.
La placca è un agglomerato di batteri, saliva e residui di cibo, in grado di aderire tenacemente alle superfici dentali. Inizialmente quasi invisibile, la patina tende, con il passare delle ore, ad aggregarsi e a diventare sempre più dura, fino a calcificare.
Una volta che ciò accade, è ormai impossibile eliminarla con le semplici manovre di pulizia orale domiciliare e soltanto il dentista sarà capace di rimuoverla. Lo strato duro di placca batterica mineralizzata, il tartaro appunto, oltre a rovinare l’estetica dentale, mina pericolosamente la salute di denti e gengive.
Come limitare la formazione del tartaro
Come limitare la formazione del tartaro? Certamente, mantenere una perfetta igiene dentale è il primo passo da fare, per non incorrere in patologie e per difendere la salute orale. È molto importante spazzolare bene i denti dalle due alle tre volte al giorno, o comunque dopo aver mangiato.
Inoltre, l’utilizzo del filo interdentale è una buona abitudine che non andrebbe mai tralasciata, poiché in grado di liberare efficacemente le pareti dentali dalla placca batterica. Per coadiuvare la pulizia dentale domiciliare, è consigliabile effettuare sciacqui quotidiani utilizzando specifici collutori antiplacca, formulati con sostanze antibatteriche.
Ci sono però anche altre cause, che contribuiscono alla formazione di placca e tartaro, da ricercare soprattutto nell’alimentazione, ovvero:
- L’eccesso di cibi ricchi di zuccheri raffinati, amido e grassi, responsabili di poter favorire un maggior accumulo di placca, come caramelle, pane, pasta, dolci e biscotti.
- L’assunzione di alimenti e bevande acidificanti, come bibite gassate o succo di limone.
- L’abitudine a concedersi pericolosi snack dolci lontano dai pasti o fuori di casa, o comunque quando non si ha la possibilità di lavare i denti.
Molto importante dopo ogni pasto, ma soprattutto dopo aver consumato i suddetti cibi, non lasciar passare troppo tempo e correre a lavare i denti, per impedire alla patina dentaria di iniziare a solidificare.
Esistono, di contro, alcune abitudini alimentari in grado di rallentare la formazione della placca, ovvero sgranocchiare frutta e verdura croccante e cruda, come ad esempio il sedano o la mela. Questi cibi, effettuano una sorta di pulizia meccanica naturale e aiutano a neutralizzare gli acidi della bocca, responsabili di danni a denti e gengive.
Seguendo queste regole, è possibile mantenere i denti puliti più a lungo e preservarli dall’attacco dei batteri nocivi, causa di molte malattie dentali.
Tartaro: come eliminarlo
Come abbiamo già detto, la pulizia dentale professionale, effettuata dal dentista o dall’igienista di fiducia, è l’unico modo per eliminare il tartaro ormai formato. Quest’ultimo, si può classificare in due diverse tipologie:
- Il tartaro depositato sulle pareti esterne e visibili dei denti, di colore prevalentemente giallognolo, talvolta biancastro, visivamente simile al calcare.
- Il tartaro sottogengivale, con il suo tipico colore bruno rossiccio, dovuto ai piccoli sanguinamenti che si riscontrano sotto gengiva, soprattutto in occasione di scarsa pulizia.
La seconda tipologia è, ovviamente, la più dannosa per la salute orale, poiché, se i depositi non vengono eliminati in tempo, possono dar luogo a malattie dentali come la parodontite.
Trattandosi di sedimentazioni solide, per rimuoverle l’operatore utilizza principalmente degli apparecchi con punte a ultrasuoni, in grado di disgregare piuttosto facilmente gli accumuli di tartaro, grazie alle vibrazioni emesse.
L’igiene orale professionale può essere effettuata anche per mezzo di strumenti manuali, con estremità ben affilate (detti curette o scaler) che, effettuando la giusta pressione, riescono ad asportare le calcificazioni.
Con questi sistemi, ad uso strettamente odontoiatrico, si possono liberare le superfici dentali dal tartaro in maniera efficace. Successivamente, i denti vengono smacchiati e lucidati con spray al bicarbonato e spazzole per profilassi, in modo da renderli lisci, quindi maggiormente detergibili e più difficilmente attaccabili dalla patina dentaria.
La seduta di igiene dal dentista non è quasi mai dolorosa, se non in caso di gengive gonfie o particolarmente infiammate. Ove necessario, si può agire utilizzando piccole dosi di anestetico locale, per permettere al paziente di non avvertire alcun dolore.
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