Nell’articolo di oggi ci occuperemo della fase protesica di un impianto dentale, andando a vedere insieme cos’è e quanto dura. Si tratta della fase in cui viene realizzata la corona dentale artificiale, che andrà a sostituire a tutti gli effetti il dente naturale precedentemente perso.
Attraverso l’implantologia dentale, è oggi possibile ottenere nuovi denti fissi e stabili, perfettamente simili a quelli naturali, sia nell’aspetto che nella funzione. Gli impianti, sono delle vere e proprie radici artificiali inserite nell’osso del paziente edentulo, in grado di supportare egregiamente le strutture protesiche realizzate in laboratorio dall’odontotecnico.
Come abbiamo visto insieme nell’articolo dedicato, le diverse fasi di un impianto dentale iniziano con la pianificazione del trattamento, per poi continuare con l’intervento chirurgico e la successiva fase di cicatrizzazione. Al termine di quest’ultima, nota più tecnicamente con il nome osteointegrazione (il periodo necessario all’osso per crescere perfettamente attaccato alla vite in titanio), inizia la fase protesica.
All’interno del nostro Studio Dentistico di Mestre Venezia, ci occupiamo da anni di implantologia dentale, avvalendoci del supporto di specialisti esperti in materia e di un odontotecnico d’eccellenza.
Di cosa si tratta
La fase protesica di un impianto dentale, inizia non appena termina la fase di osteointegrazione e si ha la certezza che la vite sia stata perfettamente integrata dall’osso circostante.
Per assicurarsi che la cicatrizzazione dell’impianto sia avvenuta nel modo corretto, lo specialista effettua delle radiografie endorali, attraverso le quali è possibile esaminare il livello dell’osso e la condizione delle nuove radici artificiali. Dopodiché, si procede nel seguente modo:
- Vite di guarigione: al termine del periodo di ristabilimento e di osteointegrazione, il medico implantologo procederà ad applicare la cosiddetta vite di guarigione, necessaria a promuovere la guarigione dei tessuti gengivali intorno all’impianto. In questo modo, sarà possibile avvitare più facilmente il moncone protesico definitivo, senza danneggiare i tessuti molli circostanti. Non tutti i tipi di impianti necessitano però di questo passaggio;
- Rilevazione delle impronte di precisione, che avviene attraverso uno speciale scanner intraorale digitale, capace di eliminare il senso di nausea tipico delle tradizionali paste da impronta. L’impronta dentale digitale consente, oltre a evitare qualsiasi disagio per il paziente, di elaborare e trasmettere i dati al laboratorio velocemente, attraverso un computer;
- Invio dei dati al laboratorio odontotecnico: tutti i parametri orali del paziente rilevati attraverso lo scanner, vengono inviati al tecnico che dovrà eseguire il lavoro;
- Realizzazione della corona protesica: il nuovo dente artificiale viene progettato e costruito a regola d’arte, utilizzando materiali come ceramica, zirconia o disilicato di litio. Si tratta di materiali di prima scelta, in grado di riprodurre egregiamente l’aspetto dei denti naturali e di supportare molto bene i carichi masticatori;
- Prova della struttura: il manufatto, prima di essere rifinito e lucidato, viene provato all’interno del cavo orale del paziente. Il colore viene comparato e i margini gengivali controllati, in modo che tutto calzi alla perfezione.
La struttura viene poi rifinita, lucidata e, se tutti i parametri estetici e funzionali corrispondono, si procede all’installazione della nuova capsula su impianto definitiva.
Come viene fissata la protesi su impianto
Come viene fissata una protesi su impianto? La capsula dentale viene collegata alla vite in titanio attraverso una componente transmucosa, che prende il nome di abutment. Si tratta di un vero e proprio elemento di raccordo, un moncone che sporge dalla gengiva, sul quale verrà posizionato il nuovo dente artificiale. La protesi può essere fissata al pilastro nelle due seguenti modalità:
- Cementata: nel caso di una corona cementata, le tre strutture da cui è costituito un impianto (vite in titanio, abutment e capsula dentale) restano separate tra di loro. Il moncone viene avvitato all’interno della radice in titanio e, dopodiché, la corona viene fissata al di sopra tramite un apposito cemento dentale;
- Avvitata: si parla di corona su impianto avvitata, quando il pilastro e la capsula sono saldati tra di loro e rappresentano un blocco unico. In questo caso, la struttura protesica è dotata di un piccolo foro al suo interno e di una vite passante, la quale viene avvitata all’impianto dentale mediante l’uso di appositi cacciaviti implantari.
In occasione di una capsula avvitata, quest’ultima avrà all’estremità una piccola cavità, necessaria a far passare il cacciavite, che verrà opportunamente chiusa con del materiale da otturazione, del medesimo colore del dente. Entrambe le tecniche hanno vantaggi e svantaggi.
Ad esempio, una protesi su impianti cementata è senza dubbio più gradevole a livello estetico, poiché la sua superficie è priva di fori di connessione. Al tempo stesso, una corona avvitata consente una più facile rimozione e, poiché non necessita di alcun cemento, è maggiormente tollerata dai tessuti gengivali.
Sarà il medico implantologo, in collaborazione con il tecnico, a valutare e a scegliere in corso d’opera la tecnica di fissaggio più idonea al caso specifico, valutando attentamente le caratteristiche e la zona di inserimento dell’impianto, nonché le esigenze del paziente stesso.
La fase protesica di un impianto dentale, si svolge in circa tre-quattro sedute e ha una durata variabile, a seconda della distanza tra un appuntamento e l’altro. Generalmente, i nuovi denti fissi vengono installati in un tempo massimo di un mese dalla presa delle impronte.
Se desideri maggiori informazioni sull’implantologia, puoi rivolgerti agli specialisti esperti del nostro Studio Dentistico D’Amelio, con sede a Mestre, in provincia di Venezia. Saremo lieti di aiutarti a ritrovare il sorriso, mettendo a tua disposizione tutta la nostra esperienza in materia!