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Hai appena fatto l’anestesia dal dentista e cerchi dei rimedi per farla passare più in fretta? In questo articolo, ti spiegheremo come funziona l’anestesia del dentista e quali sono i piccoli trucchi che puoi adottare per ridurne la durata.
L’impiego dell’anestesia in odontoiatria, risale a molti anni fa e rappresenta una grande svolta, che consente di affrontare le cure odontoiatriche senza provare alcun dolore.
Oltre al più comune anestetico iniettabile localmente, di cui ci occuperemo in questo articolo, oggi abbiamo a disposizione la moderna tecnica di sedazione cosciente Reinhold. Quest’ultima, va ricordato, non ha alcus potere anestetico ma è un efficiente strumento per poter combattere la paura del dentista, spesso causata proprio dall’ago dell’anestesia.
Questa tecnologia si basa sull’utilizzo del protossido di azoto, fatto inalare tramite apposite mascherine, il quale ha il compito di tranquillizzare al massimo il paziente.
La sedazione cosciente aiuta il paziente a rilassarsi, ma non elimina, né esclude, la necessità dell’anestesia locale, la quale ha il compito di bloccare gli stimoli dolorosi. Per fare ciò, vengono somministrate adeguate dosi di soluzione, attraverso siringhe dotate di aghi molto sottili, dal diametro di circa 0,3 millimetri.
Le dimensioni minime degli aghi utilizzati e la caratteristica di essere praticamente istantanea, rendono l’anestesia dal dentista pressoché indolore.
Oggi, molti studi dentistici, compreso il nostro, si avvalgono dell’innovativo sistema di anestesia computerizzata(in foto), il quale ci consente di utilizzare una minor quantità di anestetico. Questo fa sì che, dolore e sensazione di intorpidimento post-anestesia, vengano ridotti al minimo.
L’anestesia computerizzata si basa sulla somministrazione di anestetico sotto la soglia del dolore; più nello specifico l’ago viene solo appoggiato alla gengiva e sarà l’apparecchio, tramite un suono specifico, ad indicare al dentista quando poter scendere leggermente, anestetizzando così il dente.
Il paziente non avvertirà nessun dolore, in rari casi solo una leggera pressione.
La sensazione di gonfiore che il tradizionale anestetico locale, utilizzato per le cure dentistiche porta con sé, non è nient’altro che la conseguenza della presenza di vasocostrittore all’interno della soluzione iniettata.
L’anestesia del dentista funziona andando a bloccare il dolore, attraverso una temporanea perdita di sensibilità nella zona da trattare. I farmaci iniettati, inibiscono la trasmissione degli stimoli dolorosi, agendo direttamente sui tronchi nervosi interessati.
In base al tipo di anestesia praticato, varia anche la durata dell’effetto anestetico. L’anestesia dentale locale, può essere di quattro tipologie:
Lidocaina, Mepivacaina e Articaina, sono solo alcuni dei principi attivi di prima scelta impiegati in odontoiatria, utilizzati a diverse concentrazioni, in base alle necessità del caso specifico. Una maggior concentrazione di principio attivo, consentirà una maggior efficacia dell’effetto anestetico e sarà perciò da prediligere, in caso di interventi più lunghi e complessi.
Al farmaco anestetico, viene quasi sempre associata una sostanza vasocostrittrice (generalmente adrenalina), che ha principalmente la funzione di prolungarne l’effetto. Inoltre, il vasocostrittore è utile per limitare il sanguinamento nel sito operatorio, favorendo l’emostasi, oltre a evitare che il principio attivo si disperda e venga assorbito in quantità elevate a livello sistemico.
Gli anestetici locali senza adrenalina, vengono riservati a soggetti con conclamate patologie cardiovascolari, quali insufficienza cardiaca, episodi di aritmie non controllate, ipertensione, angina instabile o ictus/infarti pregressi.
L’anestesia con vasocostrittore, passa più lentamente, ma ha chiaramente il vantaggio di addormentare in modo più efficace e duraturo la parte da trattare. Resta in ogni caso la più utilizzata in ambito odontoiatrico.
Esistono dei metodi per far passare l’anestesia dal dentista più in fretta? Iniziamo dicendo che ogni persona è diversa dall’altra, perciò, come accade per qualsiasi altro tipo di anestesia, ogni individuo ha i suoi personali tempi di smaltimento delle sostanze anestetiche locali.
La stessa dose di farmaco, può venire eliminata in un tempo maggiore o minore, in base soprattutto alla reazione dell’organismo. La durata dell’anestesia dentale, può dipendere inoltre da vari fattori, quali la concentrazione di principio attivo impiegato, la sua quantità e la zona interessata.
Oltre a tutto ciò, bisogna tenere in considerazione anche lo stato psicologico del paziente. Chi tende ad affrontare le cure odontoiatriche in un forte stato di ansia, tende infatti a “bruciare” prima l’anestesia, rispetto a chi riesce a sottoporsi serenamente alle terapie.
Vediamo però, alcuni piccoli trucchi, che possono rivelarsi utili a ridurre la durata dell’anestesia orale:
Possiamo comunque affermare che, nel giro di al massimo tre o quattro ore post-intervento, l’effetto dell’anestetico tende a svanire completamente, in modo spontaneo. Sarà dunque sufficiente pazientare per tale periodo, evitando di mordersi accidentalmente guance e lingua, o di scottarsi assumendo bevande o cibi bollenti, per poter riacquistare la completa sensibilità.
Necessiti di maggiori informazioni sull’anestesia dal dentista e su come farla passare? Chiedi a noi: lo staff dello studio dentistico D’Amelio di Mestre, saprà darti tutte le risposte che cerchi.
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